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Ormai vecchio, Peter Werth, dopo aver viaggiato per l’America del Nord in cerca di oro, e dopo aver vissuto per un breve periodo in una riserva indiana in cerca di natura e pace, finì, non si sa come e perché, per venire a vivere nella natura selvaggia del Trentino-Alto Adige.
In questi luoghi, lasciò ben poche tracce della sua presenza e, a parte la testimonianza di qualche pastore che raccontava di averlo incrociato, e l'incisione su una pietra, "P.W. 1824", che si ipotizza riporti le sue iniziali e la sua data di nascita, non esistono prove documentante del suo passaggio.
La verità che nessuno conosce, però, si mischia alla leggenda della figura dell'Uomo Selvatico, da tempo immemore parte del folclore di quelle impervie terre di montagna. Proprio su questa leggenda sta lavorando il criptozoologo Otto Krueger, che, insieme al supereroe Capitan Nova, ha indagato sulla presenza di un presunto drago che vivrebbe negli abissi del Lago Maggiore, e si è anche già interessato alle figure degli Sbilfs, il "Piccolo Popolo" che, si dice, vivrebbe nella Carnia, l'area alpina a nord del Friuli, non lontano da dove si trova ora lo studioso. Il professore sta catalogando una serie di avvistamenti del presunto "Bigfoot del Trentino", un solo uomo selvaggio, avvistato in diversi periodi nel corso di molti anni. Questo aspetto della questione lo affascinava parecchio: se, da un lato, poteva essere la prova di una piccola comunità di creature che si riproducevano nel tempo, dall'altro, l'esiguità degli avvistamenti che nelle testimonianze parlavano sempre di un singolo esemplare, iniziava a convincerlo che si trattasse dello stesso essere. Oppure, volendo dare risalto a certi ritrovamenti, poteva trattarsi di qualcosa di molto più misterioso.
In particolare, proprio sul colle "Wilder Mann", nome con cui nella regione viene chiamato l'Uomo Selvaggio, sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti all’era glaciale in cui, si narra, venissero fatti dei sacrifici. Il ritrovamento di alcuni reperti archeologici, confermano questa teoria. Questo luogo è avvolto nel mistero e nella mitologia, e esistono molte leggende legate ad esso. Una di queste parla di ossa preistoriche magiche che concedono forza e longevità a chi ne entra in possesso, al costo, però, di mutare per sempre aspetto perdendo ogni barlume di umanità. E se queste ossa fossero all'origine della leggenda dell'Uomo Selvaggio? Se fossero state raccolte e trattenute da uomini che ne erano entrati in contatto? Questo spiegherebbe la presenza di una singolo esemplare per volta. Alla morte di un soggetto, quando anche la magia non poteva prolungarne più la vita, le ossa dovevano essere finite perdute per poi essere state ritrovate, tempo dopo, da qualche altro malcapitato. In particolare, la figura dell’eremita Peter Werth, incuriosisce Krueger. Se è vero che aveva vissuto in quei luoghi, doveva averlo fatto a un'età già avanzata, ammesso che la famosa incisione che riporta le iniziali "P.W." e la data "1824", come possibile sua data di nascita, riguardi proprio lui. Ma l'uomo in questione doveva essere arrivato in Italia ben oltre la fine dell‘800. Se, infatti, l'informazione che lo descrive come cercatore d'oro nell'America del Nord è vera, considerando che la corsa all'oro nel Klondike non iniziò prima del 1896, e che, si dice, egli abbia vissuto anche in una riserva indiana per diverso tempo, doveva essere giunto in Italia ben oltre i 70 anni. Poteva, a quell'età, aver vissuto in un clima tanto rigido e per abbastanza tempo da lasciare almeno qualche traccia di sé? D'altronde i racconti che narrano di lui vanno ben oltre l'inizio del ‘900. Poteva aver trovato quelle ossa magiche, essere ringiovanito aumentando la forza fisica, ma trasformandosi nell'Uomo Selvaggio? Soprattutto, poteva l'essere che fu Peter Werth aggirarsi ancora in quei luoghi impervi e impenetrabili? Il professore decide che le informazioni in suo possesso sono sufficienti per una bella spedizione in cui spera di incontrare davvero l'Uomo Selvaggio, il Guardiano della foresta... WILDER MANN!

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