TITUS - Guardiani Italiani

Vai ai contenuti
PERSONAGGI > VILLAIN


 
E' già mezzogiorno quando Titus si alza dal letto, lasciando che Porcia e Pompea, le sue amanti preferite, esauste dopo la notte di sesso sfrenato, continuino a dormire.
Senza neppure infilarsi la vestaglia e con in mano un calice appena riempito di Nero di Troia, il suo vino preferito, un rosso dal carattere determinato come il suo temperamento, l'uomo, che ora stringe nel pugno ogni organizzazione criminale della Capitale, si affaccia sulla loggia della sontuosa villa situata sul versante orientale del Monte Mario. L'altura è la più imponente di Roma, un luogo molto suggestivo da cui si può ammirare una vasta fetta della capitale, che va dai castelli romani al centro storico. Per ottenere quella posizione privilegiata, aveva comprato, grazie ai proventi della sua rapida ascesa criminale, quella splendida villa appartenuta precedentemente a una contessa. Edificata nella seconda metà del XIX, da un costruttore appartenente alla ricca borghesia, dal punto di vista architettonico, la costruzione rispecchia lo stile eclettico che si affermò a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e che fondeva elementi dell’architettura rinascimentale e classica con temi simbolici, fantasiosi, e dal sapore esotico. Titus aveva fin da subito iniziato a personalizzare gli ambienti interni con elementi che riportano all'antico splendore dell'Impero Romano: statue d'oro, affreschi di scene di battaglie storiche con la presenza di cavalli e leoni a profusione e un imponente trono alloggiato sotto a un grande bassorilievo su cui è raffigurato il suo simbolo di potere, il leone. Per i mobili si era tenuto più sobrio, preferendo elementi in marmo con fregi in oro e un grande divano in pelle di elefante albino. All'esterno, la Villa si completa di uno splendido Giardino all’inglese, che si estende per circa quattro ettari, un laghetto e un bosco di piante, per lo più mediterranee, dove il suo fidato Scipione, un bellissimo e rarissimo esemplare di leone berbero dalla ragguardevole stazza, può vagare indisturbato.
Scipione non è però l'unico animale di Titus. Nelle regali stalle situate nella parte più bassa della villa, vi sono infatti anche i suoi quattro cavalli bianchi adibiti al traino della lussuosa quadriga romana con cui ama muoversi per le strade della città, nelle occasioni speciali. Il fratello Caio, suo braccio destro nell'amministrazione del suo nascente ma già potente impero criminale, gli aveva detto che, vista la sua posizione, sarebbe stato meglio spostarsi per la città con più discrezione, ma Titus aveva riso di tali preoccupazioni. Proprio grazie alla sua posizione tanto influente, infatti, l'uomo ha dalla sua una rete di professionisti e di pubblici funzionari compiacenti, tanto che ogni vigile urbano di Roma sa bene che con la sua quadriga è libero di scorrazzare per la città come meglio crede.
Pur avendo a disposizione la servitù, ama prendersi cura personalmente della suo mezzo di trasporto preferito e dei quattro cavalli. Nello scegliere un nome per il suo amato carro e per i quattro splendidi animali, aveva deciso di utilizzare gli epiteti con cui veniva chiamato il Dio Marte:
Diuum Deus per il cocchio e Gradivus, Leucesios, Silvanus e infine Ultor per i rispettivi destrieri.
Nella sua proprietà, però, manca ancora la piscina. Titus pensa di farla realizzare interamente in oro, magari con l'aggiunta di una imponente statua che la sovrasta e che lo raffiguri nelle sue vesti da guerriero della LEGIO X, ma il progetto richiede tempo e per ora l'uomo preferisce concentrarsi sulla sua ascesa al potere.
Di fronte alla loggia della villa, definita da sei colonne su cui poggiano capitelli corinzi che richiamano i modelli classici in marmo, l'uomo beve l’ultimo sorso del vino e ammira il panorama, prima di parlare di sé in terza persona e con voce alta per glorificarsi:
«Titus Licinio Crasso, successore dello "Stile del Leone Imperiale", la più potente tecnica marziale assassina della LEGIO X, la Sacra Scuola del Divino Pugno di Marte e ora... anche Re di Roma!»
L'uomo assapora quel momento ancora per un istante, incensandosi al pensiero del potere raggiunto in così breve tempo, ben coscio, però, che la strada per ottenere il dominio assoluto è ancora lunga. Sa bene che i soldi, gli averi e il potere che derivavano dall'essere diventato il Signore di Roma, comandando l'intera criminalità organizzata, non sono nulla. Il suo cuore anela a qualcosa di superiore. Il suo posto è tra gli eroi che passano alla Storia per la forza dimostrata nel comandare eserciti e imperi. Questo è il suo sogno: stabilire un nuovo ordine mondiale riportando in auge l'antico splendore dell'Impero Romano!
Titus decide di brindare al giorno propizio. Nel pomeriggio, infatti, riceverà la visita di una donna, il contatto con la Megalith, l'organizzazione criminale che si occupa di ricercare e trafugare reperti archeologici legati a poteri mistici, con cui collabora per attuare il suo disegno. Alzando il calice al sole di marzo, il mese dedicato a Marte, il Dio della Guerra, Titus sussurra con un sorriso:
«Roma è eterna!»
Guardiani Italiani - Copyright 2021 - Emmetre Service S.a.s.
Torna ai contenuti