CAPITAN LUCCA - Guardiani Italiani

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La lucchese Rebecca Habila, "Rebby" per gli amici, è una ragazza italiana di origini nigeriane da parte di padre, storico dell'arte, che le ha trasmesso la passione per le opere artistiche del passato. Un passione che, fin da quando era una bambina, ha orientato la sua attenzione sui cambiamenti che le opere del passato subiscono per via dello scorrere del tempo. Questa sorta di ossessione, ha finito poi per farla appassionare a tutte le forme che rappresentano il concetto stesso di tempo, in particolare alla magia trasmessa dagli antichi orologi.
Dopo aver frequentato l'istituto Leonardo da Vinci di Firenze, la più importante scuola di orologeria in Italia, la ragazza ottiene il diploma di Operatore Meccanico in Orologeria e Micromeccanica, iniziando poi il suo percorso professionale presso un noto storico laboratorio di riparazione fiorentino, specializzandosi nel restauro e conservazione di orologi antichi.
Un giorno Rebby riceve una notizia che la rende euforica. Il Rotary Club, in accordo con il Comune, con l’Opera delle Mura e la Soprintendenza, deciso a intraprendere la riqualificazione della Torre delle Ore di Lucca, la sua città, affida il restauro e la riparazione dell'antico meccanismo dell'orologio proprio al suo Maestro e capo del team del laboratorio officina per cui lavora. Rebby, innamorata perdutamente della sua città, è ancora più felice quando viene a sapere che il meccanismo dell'orologio verrà esposto anche durante la mostra "Antichi rintocchi", prima di venire reinstallato nella sua collocazione storica. Il lavoro inizia e le settimane si susseguono frenetiche con non poche difficoltà, ma alla fine sia il restauro che la mostra hanno successo e il vecchio meccanismo, ormai in disuso da troppo tempo, ritorna a funzionare muovendo nuovamente la lancetta dell'orologio. Proprio quando il lavoro di settimane trova la sua conclusione e la giovane è all'interno della torre per sistemare le ultime cose, la ragazza nota un piccolo foro in una delle barre cilindriche del meccanismo, da cui sembra fuoriuscire, in maniera quasi impercettibile, un minuscolo congegno. Incuriosita e aiutandosi con una pinza, facendo molta attenzione, preme quello che sembra a tutti gli effetti un piccolo pulsante e, improvvisamente, gli ingranaggi iniziano a roteare come impazziti. Sulle prime Rebby teme di aver rotto l'antico congegno, ma poi nota che le ruote dentate si muovono seguendo quello che sembra uno schema preimpostato. Girano impazzite in una direzione, per poi bloccarsi di colpo e ripartire invertendo la rotazione. La ragazza decide di bloccare tutto, forse può ancora salvare il meccanismo e non rischiare di essere licenziata. Si avvicina con la pinza al minuscolo pulsante nella speranza di sbloccarlo, ma improvvisamente viene investita da una specie di scossa elettrica di colore rosso. Quello che accade un attimo dopo ha dell'incredibile! Il tempo si blocca. Rebby lo avverte chiaramente, come anche la consapevolezza di stare fluttuando di fronte al congegno all'interno della torre. Qualcosa di incredibile sta accadendo al suo corpo e cercando di muoversi, scopre con terrore di poter passare attraverso gli oggetti. Poi, improvvisamente, tutto finisce e la giovane atterra con un tonfo.
Rebby decide di non parlare con nessuno dell’accaduto, ma l'esperienza presto si manifesta nuovamente e più volte. La ragazza inizia capire e a controllare il fenomeno; quando il tempo si blocca, può muoversi solo fluttuando, anzi, proprio volando... la realtà, che appare bloccata come se qualcuno abbia premuto il tasto pausa, risulta ai suoi occhi con colori più spenti e non può spostare oggetti perché la materia diventa intangibile. Tuttavia, capisce che, in qualche modo, può rendere la materia tangibile perché altrimenti passerebbe anche attraverso i suoi vestiti. Sperimentando, si rende conto che ciò è dovuto a una sorta di campo di forza, che riesce a estendere intorno al proprio corpo potendo di fatto, seppur in maniera molto limitata, agire sugli oggetti di quella realtà che gli appare congelata come in uno sbiadito scatto fotografico.
Nei mesi successivi, decisa a capirne di più sullo strano fenomeno, inizia una lunga e lenta ricerca sui concetti di spazio-tempo, ma non venendo a capo di nulla, decide di contattare l'autore di un libro che l'ha colpita particolarmente. "Il Tempo nel Tempo" è l’opera dello scienziato Stefano Falcore, brillante fisico e matematico, conosciuto per la sua teoria secondo cui il vecchio concetto di "Etere Luminifero" può essere ripreso e utilizzato per descrivere un ipotetico mezzo materiale attraverso il quale le onde elettromagnetiche si propagano, all'interno di una dimensione intangibile situata al di fuori dello spazio-tempo. Rebby riesce ad incontrarlo e a spiegargli cosa le succede. Superato lo stupore iniziale, lo studioso le da importanti informazioni che l'aiutano a capire la portata dei suoi poteri. Da parte sua, la ragazza, inizia invece una ricerca cercando di scoprire il più possibile sul meccanismo dell'orologio e sulla Torre delle Ore.
Riuscendo ad accedere a vecchi documenti della sua città grazie al lavoro del padre, Rebby scopre che la Torre delle Ore sorge in un punto in cui, nell'antichità, si erano manifestati strani fenomeni. In seguito a ciò, un segreto ordine esoterico chiamato "Osservatori", poi scioltosi nei secoli, aveva scelto proprio quel punto per costruire una torre. Quando la ragazza parla allo scienziato della sua scoperta, questi deduce che gli Osservatori dovevano aver trovato il modo di sfruttare quei fenomeni, forse proprio attraverso le geometrie della torre che, come un'antenna, era stata costruita con l'intento di amplificarli. Ma c’è un ulteriore indizio che avvalla questa ipotesi. Una sinistra storia legata alla Torre delle Ore di Lucca, infatti, narra della leggenda di Lucida Mansi, la donna che vendette l'anima al Diavolo per rimanere bella e giovane. Quando questi tornò, tantissimi anni dopo, per reclamare la sua anima, la donna salì la Torre, correndo per fermare la campana che stava per batter l'ora della sua morte, senza però fare in tempo. La leggenda era un chiaro riferimento alla presunta possibilità di fermare il tempo? Ma cosa centrava il meccanismo? Forse anche qui c'era un ulteriore indizio... infatti, l'orologio vero e proprio, regolato da un meccanismo del 1754, è opera del ginevrino Louis Simon che, da altri documenti studiati da Rebby, risultava essere stato ingaggiato su esplicita richiesta di un ordine di nobili cittadini di Lucca. Possibile che fossero gli Osservatori? Era possibile che l'orologiaio ginevrino avesse creato un meccanismo capace di amplificare ulteriormente i misteriosi fenomeni che avvenivano dentro la torre e che, con la scomparsa degli Osservatori, questo fosse rimasto nascosto e dimenticato?
Supposizioni e leggende a parte, secondo Stefano questo meccanismo potrebbe essere stato il tramite con cui le alterazioni spazio-tempo del luogo si sono legate a Rebby. In che modo, ancora non lo sa. La scossa rossa che aveva investito il suo corpo la prima volta, poteva essere un effetto collaterale e poteva averle donato il potere di muoversi all'interno del tempo congelato non solo spostandosi con la tecnica della "visione a distanza", come Stefano ipotizza facessero gli Osservatori, ma proprio fisicamente, all'interno della dimensione governata dall'Etere Luminifero, che, secondo lo scienziato, la ragazza è in grado di controllare.
Qualche tempo più tardi iniziano ad accadere fatti misteriosi... alcuni testimoni parlano di una figura femminile vista di sfuggita che pare intervenire in aiuto di vittime di incidenti. Gli stessi protagonisti testimoniano di una donna apparsa all'improvviso che li ha tratti in salvo prima che fosse troppo tardi.
Quel che è certo è che una misteriosa supereroina vigila sulla città, i media la ribattezzano... CAPITAN LUCCA!
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