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PERSONAGGI > I GUARDIANI

Achille Romeo da anni viaggia in moto, abituato a dormire in tenda. Dopo aver visitato la città fantasma di Roghudi Vecchio, con le sue caratteristiche case diroccate costruite sul precipizio, decide di passarvi la notte, scegliendo, questa volta, uno dei fatiscenti edifici come rifugio.
Di fronte al piccolo fuoco acceso per scaldarsi, ripensa alla sua vita in Calabria, da cui era fuggito anni prima per andare a vivere in Veneto, aiutato da una rete di associazioni e istituzioni che permette ai figli di genitori appartenenti a famiglie criminali, e a cui è stata sospesa la responsabilità genitoriale, di costruirsi un futuro lontano dalle pesanti eredità della famiglia.
Achille, infatti, fin da piccolo apparteneva a una realtà da cui solo molto più tardi avrebbe desiderato allontanarsi. Da adolescente, bisognoso di sentirsi forte e protetto, quella stessa realtà gli aveva dato una pericolosa falsa sicurezza, tanto da sentirsi al di sopra delle conseguenze. La sua vita ruotava intorno al potere che derivava dalla sua posizione, al consumo di droghe e alla ricerca del piacere e del divertimento dato dai locali e, soprattutto, dalle discoteche, tanto che la sua passione per il ballo gli valse il soprannome di "Tony", dal personaggio interpretato da John Travolta nel famoso film "La febbre del Sabato Sera".
"Tony" Romeo divenne un nome importante in quell'ambiente, ma quella vita finì presto per aprirgli le porte del carcere a soli 17 anni, trascinato in una brutta storia per degli errori, pur non commettendo direttamente il fatto. Da detenuto, però, il giovane, pur guadagnando il rispetto agli occhi dei criminali, guidato dalle parole di un prete diventato suo amico, iniziò a desiderare di cambiare il proprio destino. Uscito dal carcere con il condono di pena e affidato ai servizi sociali, Tony decise di cambiare vita tagliando ogni legame con la famiglia e andando a vivere lontano.
Ora, dopo diversi anni, senza bene comprenderne il perché, era tornato di sfuggita al suo paese natale. Dopo aver mangiato a un ristorante, anche per non lasciare tracce del suo passaggio, evita di dormire in albergo, dirigendosi verso i luoghi delle leggende che aveva sentito da bambino, per passare la notte nel paese ora abbandonato. Era strano, pur avendo vissuto da quelle parti, infatti, Roghudi Vecchio era tra i siti che non aveva mai visitato, ma gli interessi che aveva maturato negli ultimi anni, soprattutto legati ai viaggi in luoghi sperduti, lo avevano spinto verso la famosa ghost town calabrese. Soprattutto, era attratto dal senso di mistero che permeava quelle zone. Da piccolo aveva infatti sentito i racconti sulle terribili Naràde, le donne dalle sembianze metà umane con zoccoli di asina, che si narrava uccidessero le donne del luogo, al fine di sedurre gli uomini del paese. Oppure, la leggenda della Rocca del Drago, denominata in dialetto “Rokka du Traku”, una roccia di epoca preistorica, dalla forma strana e con tre solchi che somigliano a occhi, in cui la leggenda vuole sia imprigionato lo spirito di un drago. Ovviamente Tony non si faceva impressionare da quelle storie, anzi, dormire in quel luogo era forse più sicuro. Come la vita gli aveva insegnato, non era dei morti o dei mostri delle leggende di cui aver timore, bensì dei vivi.
All'improvviso, i suoi pensieri vengono interrotti dal rumore di passi. Il suono indica che più persone si stanno avvicinando alla vecchia casa in cui si è rifugiato. La cosa lo mette in allarme e, dopo aver spento in fretta il fuoco, cercando di non tradire la sua presenza, decide di sgattaiolare fuori dal retro dell'edificio. Raggiunta la sua moto, si allontana dai caseggiati spostandola a mano per accendere il motore solo dopo essere arrivato alla strada principale. Ad un tratto, nota una figura, che sembra essere rimasta di guardia vicino a un’auto all'imbocco del paese. Tony comprende di trovarsi in pericolo e, dopo aver acceso la moto, sfreccia a tutta velocità superando l’uomo, che, preso di sorpresa, richiama indietro i compagni. Mentre corre con la sua moto il giovane si accorge che l’auto ha incominciato a seguirlo e, seppur ancora lontana, sta guadagnando terreno. Davvero può essere che ce l'abbiano con lui? Può essere che qualcuno l'abbia riconosciuto quando ha visitato il suo paese d'origine? Non poteva esserne sicuro, ma vista la situazione, non voleva scoprire le reali intenzioni di quelle persone. Se davvero lo stavano inseguendo, non si sarebbe lasciato prendere!
Arrivato a un certo punto della strada, Tony nota una deviazione e il cartello che indica la "Rocca del Drago". Taglia subito per il sito, nel tentativo di far perdere le proprie tracce e nella speranza che l'auto, che è rimasta indietro, arrivata a quel punto prosegua per la strada principale.
Procedere con la moto sulla strada sterrata che arriva alla roccia però non è facile e Tony sente di perdere secondi preziosi. Una volta arrivato, spegne il motore e nasconde la moto dietro dei cespugli. Ora è di fronte alla strana roccia e si sposta per guardare verso la strada. Con un tonfo al cuore, si accorge che l'auto si è fermata sul ciglio della strada con i fari che puntano nella sua direzione e che quattro figure stanno già correndo verso di lui. Il terrore lo assale e decide di darsi alla fuga, ma nello stesso momento in cui si volta, sente il colpo di una pistola e vede il suo sangue schizzare sulla superficie della Roccia del Drago. A terra, con un dolore lancinante che proviene dalla spalla spappolata, capisce che per lui è arrivata la fine. Non ha il coraggio di guardare verso gli uomini e aspetta il colpo di grazia. L'attimo sembra durare in eterno... poi, come se tutto fosse un sogno e la sua percezione fosse distaccata dalla realtà, il giovane si ritrova in piedi, di fronte ai quattro uomini che gli puntano contro le armi increduli e spaventati. Un attimo dopo i loro corpi sono a terra, in posizioni scomposte e con profonde ferite nelle loro carni bruciate. Il sangue è ovunque, ma lui è l'unico ancora in piedi.
Tony nota che il suo corpo è rivestito di un'armatura e, all'improvviso, sente una voce:
«Il tuo sangue ha risvegliato il mio spirito... il nuovo patto è compiuto!»
«Chi sei? Cosa mi sta succedendo?»
«Molto tempo fa, gli uomini che abitavano questa terra nel tempo che voi chiamate preistoria, crearono questa magica roccia legandovi il mio spirito, privandomi dei miei 3 occhi e dei poteri a essi legati: l’occhio del fuoco, l’occhio della guarigione e l'ultimo occhio... quello che tutto vede e alla cui vista il male non può sottrarsi! Attraverso il proprio sangue, il prescelto dal cuore puro, può richiamare questi poteri. Il mio spirito ora è legato a te dal patto e tu sei il nuovo drago... tu sei TRAKU!»
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